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Una strada tira l’altra. No alla quarta corsia dell’A1

Ci avevano raccontato che la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Napoli avrebbe spostato traffico dalla gomma al treno e, con questo alibi, hanno realizzato un’opera che ha consumato quantità enormi di territorio, prodotti danni ambientali incalcolabili – leggete il bel reportage di Paolo Rumiz dal Mugello – e raddoppiato i costi previsti inizialmente. Le stesse cose le raccontano, senza grande successo, in Val Susa a proposito della linea Lione-Torino-Venezia, un’opera che non riusciranno mai a realizzare per l’irriducibile opposizione della gente della valle che, non in nome di una visione localista ma di una concezione alternativa dell’economia e dello sviluppo, sta combattendo una battaglia a difesa degli interessi nazionali collettivi. Ora, implicitamente, ci dicono che non era vero e, proiezioni sul futuro aumento del traffico alla mano, dopo la TEM, progettano la realizzazione di una quarta corsia dell’A1 tra il Casello di Melegnano e quello di Lodi. Un’opera inutile, destinata a consumare altri 18 ettari di territorio in un’area, che pur avendo i più produttivi e preziosi suoli agricoli del paese, è tra le più urbanizzate d’Europa. Giova ricordare, anche se un pò alla rinfusa, alcuni dati: l’Unione Europea ( http://ecf.europea.eu/enviroment/soil.sealing.htm ) ci dice che il Lodigiano è tra i territori più cementificati d’Europa e che l’impearmebilizzazione del suolo e il consumo di terreno agricolo procedono a ritmi insostenibili (in Lombardia nell’ultimo decennio La Provincia di Lodi ha, in quest’ambito, il tristissimo primato di essere seconda solo a quella di Pavia), ogni anno nella nostra provincia si cementifica o asfalta una quantità di suolo pari a 10,1 mq. per abitante, solo il Business Park  previsto a villa Igea- sostenuto da sinistra a destra, PD in testa – è destinato a “consumare” (senza tener conto delle opere indotte) oltre 370.000 mq di fertilissimo terreno ( pensate per visualizzarlo ad un’area grande come tutto il centro storico di Lodi). Pensate anche che, per rimanere nel Lodigiano, le aree dismesse nel frattempo rimangono tali e, dando invece uno sguardo a livello nazionale ed in materia di trasporti, ben il 90%delle merci viaggia su gomma, talvolta per portare inutilmente l’acqua minerale siciliana in Lombardia e, viceversa, l’acqua lombarda in Sicilia.

Occorre dirlo forte e chiaro: la quarta corsia dell’autostrada è un’opera inutile, legata ad una concezione criminale della mobilità (in Italia ogni giorno 14 persone muoiono per inquinamento da traffico)  che privilegia unicamente la gomma e la strada ed ha costi ambientali, economici e sociali intollerabili. Un modello che sta all’interno di un circolo vizioso che riproduce all’infinito congestione, traffico, inquinamento e sperpero di territorio e denaro pubblico. L’idea di rincorrere l’aumento di spostamenti su gomma costruendo nuove strade determina solo, ecco il circolo vizioso, ulteriore traffico e nuova necessità di asfalto. Occorre pensare a nuovi modelli, spostare il traffico merci su rotaia, privilegiare mezzi di trasporto collettivi ed alternativi, pensare a città costruite in modo diverso ed a territori concepiti diversamente. E’ chiaro che gli unici che hanno da guadagnare da questa opera sono quelli di sempre: chi costruisce e chi poi incasserà i lauti guadagni legati ai pedaggi. I costi, di tutti i tipi, come sempre verranno addossati alla collettività. La vittoria nei referendum sull’acqua ha reso evidente la crescita di una forte sensibilità verso quelli che possono essere definiti “beni comuni”; anche il territorio lo è: un bene comune, prezioso e irriproducibile, da difendere. Nel Lodigiano da tempo si sprecano dichiarazioni di politici, di tutti gli schieramenti, che parlano di difesa del territorio, di sviluppo sostenibile, qualcuno anche di “crescita zero”. Nel frattempo le case, le strade ed i capannoni continuano a mangiarsi il suolo. E’ ora di passare dalle parole ai fatti ed è per questo che rivolgo agli enti locali coinvolti (la Provincia di Lodi, i Comuni di Borgo S. Giovanni, Lodivecchio e Tavazzano, due governati dal centrodestra e due dal centrosinistra ) un appello: dite no ed opponetevi con tutti i mezzi a questa opera devastante, fatelo presto e con chiarezza senza rincorrere improbabili compensazioni. Ai cittadini il compito di organizzarsi e lottare. Se qualcuno fosse interessato alla nascita di un comitato può rivolgersi all’indirizzo mail noquartacorsia@gmail.com. Sarà contattato

Il re e’ nudo e il Business Park e’ una scatola vuota

L’hanno detto per anni il “Laboratorio per la città” di Lodi, la Legambiente e altre associazioni ambientaliste, irrisi e quasi in perfetta solitudine, ed ora lo dice anche la Provincia di Lodi, cioe’ uno dei due proprietari dell’area su cui il progetto avrebbe dovuto svilupparsi, per bocca dell’Assessore provinciale all’Urbanistica Nancy Capezzera che, secondo quanto riportato dalla stampa locale, ha affermato “… il parco industriale non c’e’, e’ solo un’idea, anzi una scatola vuota…“. L’occasione e’ stata la bocciatura, nell’ambito dell’esame del Piano di Governo del Territorio della stazione ferroviaria ipotizzata, nel documento, proprio a servizio del Business Park. Insomma, il Re  sembra proprio nudo e le affermazioni dell’Assessore provinciale fanno giustizia di molte “storie” raccontate in passato: elenchi mai esistiti di aziende che sembravano pronte ad insediarsi da un momento all’altro sull’area, ipotesi di sviluppo di questo o quel settore industriale, progetti fumosi. Povero Lodigiano se il suo futuro sviluppo, come affermato da alcuni amministratori,  dovesse davvero dipendere da questo progetto. Il problema ora e’ che, nonostante gli appelli, le firme, le assemblee, i dubbi e le domande rimaste senza risposta, grazie alla firma di un accordo di programma, sottoscritto da Comune e Provincia di Lodi, quell’area, di proprietà interamente pubblica,  ha già cambiato destinazione ed e’  stata trasformata da area agricola ad area edificabile. Cosa succederà in futuro di quei 395.000 mq (un’area pari all’intero centro storico di Lodi od al vicino centro di S. Martino in Strada) collocati in un’area strategica per il lodigiano? Stante le destinazione urbanistica attuale, svanito il Parco (degli affari), potrebbero però rimanere gli affari sotto forma di insediamenti urbanistici di tutt’altro tipo e cioe’ potrebbe accadere quanto temuto da chi, come gli ambientalisti, chiedeva, in base ad una logica di puro buon senso, di posporre la variazione urbanistica ad un serio studio di fattibilità. Staremo a vedere, nel frattempo per evitare che ciò accada sarebbe bello che gli enti locali, prendendo atto della realtà e facendo concretamente autocritica,dessero mano ad una nuova variante e riportassero l’area alla destinazione originaria. Niente e nessuno lo vieta, occorrebbe solo un pò di (buona) volontà politica.