Massalengo: venghino, siori e siore, venghino

Non so se ancora esista, ma qualche anno fa le Associazioni ambientaliste conferivano ogni anno, a livello nazionale, il “Premio Attila” a chi si distingueva per azioni che danneggiavano l’ambiente. E’ fuor di dubbio che se tale premio dovesse essere conferito a livello lodigiano uno dei candidati  papabili sarebbe il Comune di Massalengo già distintosi in passato per scelte e decisioni fortemente discutibili sotto il profilo ambientale e per la pervicace convinzione che il termine”sviluppo” si debba necessariamente coniugare con “insostenibilità”. Basti ricordare la vicenda della realizzazione  della maxi logistica presso la cascina Postino, la richiesta – per il momento ferma – di un suo ampliamento, diversi interventi di carattere residenziale ed immobiliare. Ora ecco arrivare l’ipotesi della realizzazione di un Centro commerciale nell’area ex Madital, il tutto sostenuto dalla convinzione che tale intervento, così ci fa sapere il Sindaco Papagni, “…sarebbe una storica occasione di rilancio per il paese oltre che una risposta in termini di posti di lavoro, sia maschili che femminili…”. Al sindaco, pur nella convinzione che difficilmente riusciremo a scalfire le sue granitiche ed un poco ottuse certezze, mi permetto di far presente alcune questioni:

1) Il lodigiano ha sicuramente bisogno di molte cose: servizi, strutture, occupazione, cultura. Se ce n’è una di cui non si avverte la mancanza sono nuovi Centri Commerciali. Siamo una delle zone d’Italia in cui esiste il rapporto più alto tra metri quadrati di grande distribuzione commerciale e numero di residenti. Quarti in Lombardia, preceduti solamente da Sondrio, Mantova e Brescia. La bellezza di 330 m2 di centri commerciali, ipermercati, discount etc. ogni 1.000 abitanti. Pensare, in tempi di forte crisi economica, di aggiungere nuove strutture è singolare quanto demenziale;

2) Qualche giorno fa “Il Cittadino” ha pubblicato un bel servizio sui molti esercizi commerciali chiusi in Corso Roma, la tradizionale via dello struscio lodigiano. Un panorama sempre più visibile nei centri urbani, anche lodigiani, e legato almeno in parte agli effetti della presenza della grande distribuzione, che tende a penalizzare i piccoli esercizi. A confutare quanto afferma il Sindaco di Massalengo sull’occupazione che tale insediamento produrrebbe  basti citare  quanto apparso su “La Stampa” del 21/10 dove il Presidente di Confesercenti di Asti, Mauro Ardissone, dati regionali alla mano,  spiega che per un posto di lavoro della GD si sottraggono 2,5 posti al commercio tradizionale;

3) La Provinciale 23, oggetto di svariati interventi di ampliamento e messa in sicurezza anche recenti, proprio a causa dei sconsiderati insediamenti consentiti dal Comune di Massalengo e del forte transito di mezzi pesanti è già considerata un’arteria sotto stress. E’ indubbio che un insediamento commerciale con quelle caratteristiche non potrebbe che aggravare tale situazione ed avere un impatto negativo su larga parte delle arterie lodigiane;

Per farla breve: il progetto, o meglio l’intenzione, è frutto di logiche sorpassate, completamente sbagliato nei presupposti ed avrebbe pesanti ripercussioni in termini generali (viabilità, inquinamento, strutture) sull’intero lodigiano. Sarebbe auspicabile che alcuni Amministratori, Comune di Massalengo in testa, cominciassero a capire che i problemi dei paesi e delle città che gestiscono vanno al di là dei confini del proprio comune e non sono più, ma in realtà non lo sono mai stati, risolvibili con logiche da orticello. Costituirebbe davvero il primo passo per poter ipotizzare vie d’uscite da una crisi che, prima che ogni altra cosa, sembra frutto dell’incapacità anche solo di immaginare un futuro diverso

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