Salviamo Villa Bianchi a Lodi

Sabato 25 Agosto “Il Cittadino”, in un articolo corredato anche da alcune illustrazioni che descrivono l’ipotetico intervento, ci informa che è stato presentato all’attenzione del Comune di Lodi un progetto riguardante “Villa Bianchi”. L’edificio, per chi non lo sapesse, sorge, abbandonato da anni, quasi di fronte al Tribunale di Lodi. Il tempo ed il degrado hanno solo parzialmente incrinato il fascino della costruzione di cui anche ora è possibile intuire le caratteristiche e l’originalità. Del resto, come ci ricorda anche l’articolo, una relazione storico-artistica degli architetti componenti, per l’Ordine di Lodi, della Commissione “Novecento lombardo” della Consulta regionale afferma che “… l’edificio costituisce un unicum che si trova solo al di fuori dei confini regionali…“, ed ancora che “… in Villa Bianchi l’armonia e la proporzione, unitamente alla suddivisione rigorosa degli spazi, sposano i principi del futurismo…” . Nell’articolo chi ha presentato il progetto parla di ” rinascita” della struttura ed illustra i propri intenti correlandoli di nobili proclami contro gli appetiti speculativi che aleggiano in città. Peccato che l’ipotesi  presentata preveda che la rinascita debba passare  attraverso la realizzazione, in assoluta continuità con la Villa, di un bel palazzo di quattro piani e di un numero indefinito di parcheggi sotterranei. Non sono un architetto ne, tantomeno, un “cultore della materia”. So però che questo tipo di intenti abitualmente viene definito in modi che con il concetto di salvaguardia poco ci azzeccano. Il dubbio che sorge è che alla proprietà, composta in parte da istituti di credito – che come si sa sono notoriamente votati alla salvaguardia dei beni architettonici – ed in parte da privati cittadini, la salvaguardia interessi almeno quanto il cospicuo aumento di volumetria che il progetto prevede. In altre parole e senza girarci intorno: il progetto non tutela e non salvaguarda, per farlo non ci sarebbe alcun bisogno di nessuna nuova costruzione, ma è il cavallo di troia di una consistente, e presumiamo, parecchio proficua speculazione. Mi auguro non solo che il Comune di Lodi lo respinga, ma anche che, proprio per evitare future speculazioni, diventi soggetto attivo e protagonista di un’azione che porti finalmente a vincolare ” Villa Bianchi” ed a restituirle il lustro che merita.

PER SOLLECITARE IL COMUNE DI LODI A RESPINGERE IL PROGETTO E AD AVVIARE UN’AZIONE DI TUTELA CYRANO HA PROMOSSO UNA PETIZIONE ON-LINE CHE PUOI VEDERE E FIRMARE AL SEGUENTE INDIRIZZO: http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-e-tuteliamo-villa-bianchi-a-lodi/7804. FIRMA E AIUTACI A DIFFONDERE LA PETIZIONE CHE VERRA’ INVIATA AL COMUNE DI LODI 

8 responses to this post.

  1. Posted by Roberta on 4 settembre 2012 at 9:55 AM

    Vorrei sapere se avete avuto l’occasione di visionare la proposta progettuale elaborata dalla proprietà?

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    • Posted by cyrano on 4 settembre 2012 at 10:16 AM

      Buongiorno, no se non per quanto pubblicato da “Il Cittadino” al cui articolo il blog rimanda e che, però, mi sembra già sufficientemente indicativo per poter poter esprimere un giudizio.

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  2. Posted by roberta on 4 settembre 2012 at 3:14 PM

    Buongiorno a voi, credo che il progetto pubblicato dal cittadino non sia sufficiente a comprendere lo sviluppo dell’area. Ho avuto l’occasione di esaminare il progetto e sono rimasta un po’ stupita dei “rumoreggiare” che si è creato. E’ doveroso sottolineare che verrà fatto un restauro conservativo di Villa Bianchi, in concomitanza con il recupero dell’area. In ogni caso il comune, attraverso il Pgt, ha stabilito un indice di fabbricabilità per l’area in questione. Nella storia architettonica ci sono altri esempi di emergenze tipologiche integrate con strutture successive a supporto di esse, un esempio su tutti il Guggenheim Museum di New York: Nel 1992 gli arch. Gwathmey Siegel & Associates Architects hanno progettato una struttura architettonica a completamento del museo. Vi lascio il link http://www.archdaily.com/60392/ad-classics-solomon-r-guggenheim-museum-frank-lloyd-wright/addition/. Saluti

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  3. Posted by cyrano on 4 settembre 2012 at 4:51 PM

    Buongiorno, che il Comune attraverso l’ultimo PGT abbia reso edificabile anche l’area verde circostante creando i presupposti perchè si potesse arrivare alla presentazione del progetto attualmente in discussione è sicuramente un dato di fatto e, almeno per me, un errore ed una discutibile colpa. Non sono un architetto e nemmeno un tecnico ed eviterò quindi di entrare nel merito di una discussione che rischia di diventare essessivamente specialistica; relativamente all’esempio che lei fa mi limiterò a rilevare che parliamo di un edificio di tipo completamente diverso e, cosa che ritengo non secondaria, destinata ad usi completamente diversi (lì un museo che si è ampliato, qui una villa privata a cui si va ad aggiungere una superflua, in termini collettivi e non ovviamente per chi ne trarrà profitto, palazzina per uffici). Da semplice cittadino mI faccio però delle domande ed una su tutte: se l’obiettivo e la peoccupazione sono quelli di recuperare e restaurare perchè è davvero necessario farlo passando attraverso la realizzazione di una nuova palazzina che si “sdraia” sulla costruzione preesistente ? Non è sufficiente, ed anche sufficientemente remunerativo per i proprietari (prevalentemente banche e immobiliari), recuperare la villa e lo spazio così come è oggi? Vede, noi viviamo in una città che ha centinaia di alloggi sfitti od invenduti, pensa davvero che la “fame” di uffici sia tale da dover correre anche solo il possibile rischio di compromettere un edificio di indiscutibile valore architettonico? Non crede che, almeno in casi di questo tipo, debbano prevalere le ragioni di tutela e conservazione su quelle del profitto? Grazie comunque per il commento

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  4. Posted by massimiliano innocenti on 4 settembre 2012 at 7:54 PM

    la storia dell’architettura è ricca di interventi che integrano il vecchio con il nuovo, anche molto più vicini a noi. che a volte sono anche molto radicali ma non per questo privi di interesse. (http://www.arcspace.com/architects/herzog_meuron/caixa/caixa.html) il problema è come e non è una questione di dibattito teorico sul restauro. è indubbio che, per una serie di ragioni progettuali (linguaggio, materiali, equilibrio tra i volumi, trattamento del suolo, ecc.). la proposta presentata per villa bianchi non entrerà nella storia. se non come esempio negativo di quanto il nuovo possa produrre una dis-integrazione del vecchio. e ciò che è grave nonostante l’obiettivo dichiarato sia esattamente l’opposto. è vero che il pgt di lodi prevede un residuo di volumetria da realizzare sull’area, ma proprio con le regole del pgt la commissione paesaggio e l’amministrazione comunale potrebbero proporre un trasferimento delle stesse da un’altra parte, magari su aree del comune. volere è potere…

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  5. Posted by massimiliano innocenti on 4 settembre 2012 at 8:35 PM

    e agli appassionati del tema del restauto dell’architettura moderna (che non è una questione di “gusto”, mi piace o non mi piace..), segnalo questo sito : http://www.docomomoitalia.it/

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  6. […] Bianchi” a Lodi” promossa dal blog Verdastro (di Lele Maffi) e su cui potete trovare diversi post che riepilogano la vicenda. (la foto è di Arianna […]

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