Ma la notte no…

Notte bianca è un termine usato da Jim Jones leader della setta “la Causa”; la setta che portò al suicidio di massa nel 18 novembre del 1978 ben 1000 persone. Notte bianca è come lui chiamava le notti in cui si esercitavano al suicidio

Dopo le diverse notti bianche e quelle rosa, ecco arrivare  il 2 Luglio, la “Notte dei saldi” di cui, come capirete, avvertivo una certa mancanza. E’ una slavina, una valanga. Non c’è paese nel Lodigiano che non abbia programmato la sua notte più o meno colorata. Gli ingredienti sono quasi sempre gli stessi: spettacoli collocati qui e là, fiumane di gente che riempiono le vie e le piazze, negozi aperti, rumore, confusione, traffico (tanto traffico) e inquinamento (molto inquinamento). Insomma, grandi e pacchiane fiere notturne all’interno delle quali vengono assemblate proposte buone per tutti i gusti e dove essenzialmente, dietro l’alibi di una socializzazione che appare come un semplice mezzo e in cui il termine “divertimento” si coniuga all’imperativo, si cerca di portare acqua al mulino del commercio. Un’operazione culturale in cui la “notte” non è più “altro” rispetto al giorno, ma diventa il suo prolungamento speculare, una semplice estensione del tempo in cui consumare: cultura, divertimento, merci, socialità. In questo senso qualcosa di molto distante dalle prime notti bianche (ricordo che la prima nasce nel 1997 a Berlino) che volevano invece “liberare” porzioni di tempo caratterizzandolo in modo altro, diverso e radicalmente lontano dai ritmi e dai tempi dedicati ai riti del consumo che, val la pena di ricordarlo, sta conquistando e desacralizzando spazi e tempi fino a poco fa votati ad altro. La possibilità di acquistare merci dilaga, diventa sempre più fine ultimo e sempre meno mezzo, deve essere estesa 24 ore su 24, 365 giorni all’ann0, come se la libertà in sè si realizzasse solo nella totale mancanza di ostacoli a tale bisogno. So di apparire moralista e snob ma credo che le notti bianche esprimano questo tipo di cultura, non producano più socializzazione di qualunque centro commerciale in un giorno qualunque e che, invece, sottraggano alle persone molte cose: un’idea ed una dimensione della notte come momento dedicato alla cura di sè, alle relazioni, alle riflessioni ed alla meditazione,al silenzio ed all’amore, al lato più interiore e spirituale dell’esistenza.

In tal senso mi sento di fare una proposta al Sindaco di Lodi e degli altri centri del territorio: perchè non invertire la rotta e pensare ad una bella notte blu scuro all’insegna della sobrietà e dell’understatement, in cui si dimezzano le luci in città e si organizzano postazioni in cui tentare di osservare quelle stelle ormai costantemente inibite al nostro sguardo,  nelle quali, magari, si chiudono prima i negozi (centri commerciali e supermercati compresi), si tengono aperte librerie e biblioteche per raccontare a lume di candela storie a bambini, ragazzi e adulti, si organizzano piccole occasioni di ritrovo in cui poter tranquillamente parlare e soprattutto ascoltare, concerti acustici e di musica da camera, momenti di meditazione, isole del silenzio vietando la circolazione delle automobili, insomma perchè non pensare ad una notte che somigli davvero ad una di quelle tranquille e meravigliose notti che ognuno di noi ricorda e, credo, rimpiange.

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